Sotto la chiesa: l’antica pieve di Sorbolo tra vecchie scoperte e nuove sorprese
La storia più antica della chiesa parrocchiale di Sorbolo è stata al centro di un incontro organizzato nell’ambito delle celebrazioni per la ricorrenza dei Santi Patroni 2008, tenuto dal dott. Massimo Fava, archeologo medievista e studente nel Seminario Vescovile Maggiore di Parma (ora sacerdote).
L’aspetto attuale della chiesa, intitolata ai martiri Faustino e Giovita, è quello derivante dalla ricostruzione effettuata dopo i terremoti del 1831 e del 1832 e dopo il consolidamento e il restauro successivi ad un altro devastante sisma, quello del 15 luglio 1971, che molti certo ricordano. Proprio questi lavori hanno permesso di riportare alla luce i resti della originaria pieve di S. Faustino, che sono ora visibili nell’ambiente ricavato sotto il presbiterio, mentre nelle navate laterali si scorgono ampi tratti dei muri perimetrali.
Gli studi di Fava, che sono stati pubblicati in un volume a cura dell’Amministrazione Comunale, (dal titolo "Una storia in comune"), hanno permesso di proporre una nuova lettura di queste strutture: una chiesa con corpo longitudinale tripartito, sul quale si innestava un corpo orientale a tre absidi parallele. Le tre tombe visibili dietro l’abside maggiore si presentano con cassa e spalla in muratura di laterizi e ciottoli, coperte con mattoni romani reimpiegati.
Sulla base di un attento esame dei dati monumentali e del confronto con altre pievi della provincia, tutte a pianta basilicale con tre navate e tre absidi parallele, Fava propone per l’antica pieve di Sorbolo una datazione nell’arco dell’XI secolo.
"Tra Po ed Enza: antiche presenze cristiane nel territorio di Sorbolo"
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