Viaggio a PRATO: mostra “Legàti da una cintola” e Cattedrale - Domenica 4 Febbraio 2018
La Sacra Cintola è la cintura che, secondo antiche tradizioni, la Vergine donò a san Tommaso al momento della sua assunzione in cielo. È il simbolo religioso e civile di Prato ed è conservata nella cappella omonima della basilica cattedrale di Santo Stefano.
L’origine del culto della sacra cintola affonda le sue radici nel XII secolo. La leggenda vuole che la cintura, consegnata a San Tommaso dalla Madonna al momento dell’Assunzione, sia stata portata a Prato verso il 1141 dal mercante pratese Michele e da questi donata in punto di morte, nel 1172, al prevosto della pieve. Fra Due e Trecento la reliquia assurse al ruolo di vero e proprio segno dell’elezione della città, santificata da una così preziosa vestigia miracolosamente giunta dalla Terra Santa, e divenne motore delle vicende artistiche pratesi.
Domenica 4 febbraio un numeroso gruppo di sorbolesi è partito alla scoperta di questa reliquia e delle altre bellezze di Prato. La nostra prima tappa è stata proprio la mostra “Legàti da una cintola”, che raduna diverse opere del Trecento che elaborano il tema della cintola e dell’assunzione di Maria, alcune conservate a Prato, altre invece provenienti da tutto il mondo, tra cui il Metropolitan Museum di New York e la nostra Galleria Nazionale di Parma.
Dopo un abbondantissimo e ottimo pranzo, abbiamo poi potuto ammirare la cappella della Sacra Cintola, all'interno della Cattedrale di Santo Stefano. Tale cappella normalmente non è visitabile, essendo chiusa da una raffinata cancellata in bronzo, capolavoro rinascimentale (1438-1442) di Maso di Bartolomeo, che "protegge" la preziosa reliquia (che in passato ha rischiato numerose volte di essere rubata). La cappella della cintola è dominata dal ciclo di affreschi realizzati da Agnolo Gaddi nel periodo 1392-1395, con storie mariane e, in particolare, con episodi ispirati alle vicende della Cintola, che occupano l'intera parete orientale. La statuetta della Madonna con Bambino in marmo bianco, realizzata probabilmente ai primi del Trecento è opera di Giovanni Pisano.
La facciata della cattedrale è dotata di un pulpito marmoreo (accessibile dall'interno della Cattedrale attraverso un'intercapedine nella parete) dal quale il Vescovo, in alcune particolari date di importanza mariana, espone ai fedeli la sacra cintola. Il pulpito osservabile sulla facciata è in realtà una copia dell'originale, realizzato da Donatello, che è invece conservato nel Museo dell'Opera del Duomo, adiacente alla Cattedrale, al fine di preservarlo dagli agenti atmosferici. La nostra visita è infatti proceduta proprio all'interno del Museo dell'Opera del Duomo, allo scopo principale di ammirare il pulpito originale di Donatello, caratterizzato da putti marmorei che danzano su di uno sfondo realizzato a mosaico.
All'interno della Cattedrale, ancora, ci ha sorpreso la ricchezza di affreschi conservati nella parte retrostante l'altare principale. In particolare gli affreschi di Filippo Lippi nella cappella maggiore, eseguiti tra il 1452 e il 1465. Sono considerati la massima espressione del pittore e rappresentano, sulla parete di sinistra, la storia di Santo Stefano, patrono di Prato, mentre la parete opposta è dedicata a Giovanni il Battista, dove emerge il Convito di Erode con la famosa danza di Salomè. Notevole anche la cappella dell'Assunta, affrescata da Paolo Uccello, rappresentante le Storie della Vergine e di santo Stefano.
La città di Prato ci ha davvero colpiti e sorpresi, così come la storia, poco nota, della sacra cintola ci ha dimostrato come la fede di pochi, nata centinaia di anni prima, possa trasformarsi in ciò che più di ogni altra cosa costituisce il segno e marchio di un'intera comunità.
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