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Profili di preti: don Ferruccio Sartori

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.

DON FERRUCCIO SARTORI
6 ottobre 1915 – 12 aprile  2007

DonFerruccioSartori

Un prete colto e “giramondo” per obbedienza e per passione evangelica. E poi, sempre come operatore pastorale duttile, saggio e zelante ovunque il Vescovo lo chiamava.

- nato a Viarolo (Golese) il 6 ottobre 1915
- deceduto a Villa S. Ilario il 12 aprile 2007
- ordinato sacerdote il 23 marzo 1940
- laureato in Lettere all'Università di Bologna il 26 giugno 1956
- medaglia d'argento al valor partigiano
- coadiutore a Collecchio dal 1940 al 1941
- parroco a Bosco di Corniglio dal 1941 al 1949
- parroco a S. Polo dal 1949 al 1974
- direttore dell'Ufficio Missionario dal 1979 al 1986
- collaboratore a Collecchio dal 1974 al 1978
- collaboratore parr. Buon Pastore dal 1978 al 1984
- amministratore Parr. di Valera e Buon Pastore dal 1984 al 1985
- missionario in Messico dal 1986 al 1987
- collaboratore parr. S. Croce dal 1987 al 1988
- cappellano ospedaliero:Ugolino e Vighi dal 1987 al 1988
- missionario in Messico dal 1988 al 1990
- collaboratore Parr. Buon Pastore dal 1990 al 1991
- collaboratore a Varano Melegari dal 1991 al 1999
- cappellano a Misurina dal 1999 al 2002
- a Villa S. Ilario dal 2002 fino alla morte.

Quando alle 4,30 di giovedì mattina sono stato chiamato al capezzale di don Ferruccio morente (è spirato poi intorno alle ore 5 ) la brava operatrice che lo aveva seguito nelle ore precedenti nel suo progressivo miglioramento mi ha fatto questo commento: “Don Ferruccio ha detto Messa tutta la notte “. Voleva dire che aveva pregato tutta la notte. Con questa frase ha descritto in sintesi la vita di don Ferruccio: tutta la sua vita è stata come una unica Messa, celebrata e vissuta. E anche la sua morte.E' quasi impossibile elencare i luoghi dove ha celebrato e vissuto la sua Messa. Ecco un elenco, forse incompleto: a Collecchio come cappellano per un solo anno e subito dopo come parroco a Bosco di Corniglio e a S. Polo.E poi, sempre come operatore pastorale duttile, saggio e zelante ovunque il Vescovo lo chiamava: alla Crocetta come pioniere della nuova Parrocchia del Buon Pastore, nella Scuola Media “ Toscanini “ come insegnante di lettere e di vita, ancora a Collecchio, alcuni anni addirittura in Messico come missionario, a Varano, in curia come Direttore diocesano dell'Ufficio Missionario, a Misurina per la cura religiosa dell'Istituto Pio XII e infine a Villa S. Ilario che lui ha saputo rallegrare con la sua presenza gioiosa e piena di bontà verso tutti.

Mi pare giusto che almeno un momento drammatico della vita di don Ferruccio vada ricordato: a Bosco di Corniglio, parroco giovane (era stato ordinato prete nel 1940 ), durante gli anni terribili '43/'45, ha saputo affrontare l'emergenza, come tanti preti coraggiosi del tempo, con tutti i rischi che comportava. A Bosco, il 17 ottobre 1944, è stato testimone della tragedia del Comando Unico partigiano con l'eccidio perpetrato dai tedeschi (basta pensare al comandante Pablo, Giacomo di Crollalanza ) ed è stato protagonista nel proteggere e ospitare gli scampati all'eccidio (fra questi Giacomo Ferrari e Primo Savani). Forse, al posto delle solite commemorazioni più o meno retoriche, don Ferruccio sarebbe stato il più adatto a descrivere il grave fatto di sangue.

Legato a questo episodio c'è la sua incarcerazione che ne è seguita, con il pericolo di essere fucilato e con il Natale 1944 passato nel carcere di S. Francesco. Me lo ha ricordato nei giorni recenti di Pasqua, unendo il rammarico per quel Natale 1944 trascorso in carcere al rammarico per trascorrere in ospedale la Pasqua 2007.La sua permanenza in questi ultimi anni a Villa S. Ilario è stata una vera grazia per i confratelli e per tutti gli ospiti. Tra l'altro i suoi molti anni non gli impedivano di essere spesso il più allegro, capace di cantare in compagnia intonando vecchie canzoni e prestando la sua voce-guida nelle celebrazioni liturgiche. In una mia visita in Casa di Cura quando ormai mancavano pochi giorni alla sua morte, mi ha accolto “canticchiando “ sottovoce l'inizio di una nota melodia popolare: incredibile!


Non possiamo che ringraziare commossi e fare tesoro della sua preziosa eredità di fede e imparare dal suo esemplare comportamento sacerdotale e dalla sua spiccata sensibilità di Chiesa che lo poneva al servizio del Regno di Dio sempre e dovunque (perfino in Messico! ).
Tutte le fatiche, le ansie, le gioie e le sofferenze della sua vita, trovano una sublimazione commovente nelle ultime frasi di un foglio di riflessioni, che lui ha allegato al testamento con la sua grafia incerta, a causa della vista sempre più debole che lo penalizzava nei movimenti, nelle letture e negli interessi culturali, perchè era “curioso “ di tutto. Don Ferruccio scrive così : “ Giunto ormai alla tarda vecchiaia, cerco di dare quel poco che mi rimane nella accoglienza delle anime afflitte da sofferenze e unirmi sempre di più alla Croce di Cristo. Prego perchè nel mio ultimo respiro io possa dire : bonum certamen certavi, cursum consummavi, fidem servavi e la conclusione sia : maranathà, vieni, Signore Gesù “ .

 (da “I miei preti....i nostri preti”  don Domenico Magri Grafica Langhiranese - 2008)