Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri e fino al settembre 2018..
MONS. DOMENICO MAGRI
31 luglio 1931 - 16 settembre 2018
Dopo aver dedicato tanto impegno per valorizzare la memoria e stimolare l'affetto e la preghiera per i preti defunti, ora purtroppo tocca proprio a lui essere ricordato, e lo facciamo col contributo del nipote giornalista Ugo Magri e di suor Alda Magnani.
- Nato a Calestano il 31 luglio 1931
- ordinato presbitero il 20 giugno1954
- parroco di Ognissanti dall’8-2-1958 all’1-11-1978
- parroco a Langhirano dall’1-11-1978 all’1-10-2002
- nominato canonico della Basilica Cattedrale il 21 settembre 2002
- nominato presidente onorario del Consiglio di amministrazione e incaricato assistenza spirituale dell’Opera diocesana San Bernardo degli Uberti il 13-01-2014
- nominato presidente Capitolo Basilica Cattedrale il 24 giugno 2014
- deceduto domenica 16 settembre 2018, dopo breve malattia.
Il ricordo del nipote Ugo Magri, giornalista de La Stampa
Attraverso gli occhi di mio zio, don Domenico Magri, ho compreso cosa fu l'orrore della guerra e perché dobbiamo sperare, nonostante tutto, nell’uomo.
Aveva 13 anni quando fu testimone del rastrellamento tedesco a Calestano che avrebbe cambiato la vita sua e della nostra famiglia. Vide i prigionieri, spinti dai mitra, mentre venivano caricati sui camion. Dalla finestra fece in tempo a salutare il fratello Ugo che agitava il berretto verso casa, verso mamma Clementina, e capì che sarebbe stata l’ultima volta: dal lager di Dransfeld, dove venne deportato, Ugo non ritornò.
Quella tragedia gli aprì il cuore alla sofferenza, rese Domenico partecipe del dolore del mondo e contribuì potentemente a farne il sacerdote che è stato. Aveva trovato nell’abisso una luce: la fede profonda nella possibilità di riscatto. I valori cristiani e civili più autentici, l’altruismo, l’intransigenza morale come antidoti al male assoluto.
Quella scoperta è diventata per lui una missione e, con il trascorrere degli anni, anche la sua condanna: nel senso che è stato obbligato dalla propria esperienza a trasmettere quanto era riuscito ad apprendere, senza tenerlo solo per sé. Ecco perché don Domenico ha speso tanta tenacia nel tener viva la memoria. Non solo del fratello, il martire di famiglia, ma di tutti quelli che affettuosamente chiamava «i miei preti», sacerdoti come lui nella provincia di Parma. Ne ha collezionato quasi cento biografie, un’antologia di stupendi ritratti sul sito della Diocesi (la rubrica "Profili di preti", di cui fa parte anche questa pagina - ndr).
Da giornalista, gli ho sempre invidiato la capacità di giudicare gli altri segnalando, di ciascuna persona, il meglio.
In ogni esistenza mio zio sapeva scovare sempre le tracce del soffio divino che le rendeva degne. Dalle piccole prove di eroismo ricavava, con eleganza, una morale più alta.
La memoria è stato il suo culto, una piccola fiamma da tenere accesa il più a lungo possibile. Ora che non c’è più, è don Domenico Magri che merita di essere ricordato.
Ugo Magri, 16 settembre 2018
In ricordo di don Domenico Magri (di suor Alda Magnani)
Mentre il prof. Pietro Bonardi stava preparando la pubblicazione del quaderno della Val Baganza dedicato a Ugo Magri, don Domenico mi aveva chiesto di scrivere una poesia da inserire. Dopo aver parlato con lui abbastanza a lungo, ne avevo preparato due. Molti avranno già letto quella che compare alla fine del volume, ma questa mi sembrava la sintesi dei suoi sentimenti.
Gli era piaciuta e si era commosso, ma la riteneva troppo "personale". In questi ultimi tempi il pensiero del caro fratello morto giovanissimo per mano dei tedeschi era molto vivo. Aveva espresso il desiderio di essere sepolto accanto a lui. La consegno ora a tutti gli amici. Leggetela come se fosse don Domenico, e non io, a parlare:
SO CHE MI ATTENDI
Sono passati più di settant'anni,
ma tu per me rimani sempre giovane
e sei presenza viva nel mio cuore.
Mi strazia la tua assenza
nei gemiti del tempo
e ancora attendo, in luce di speranza,
che passi l'uragano del dolore.
Vedo aperte per me tutte le strade
nella corsa anelante verso il cielo
dove mi attendi e vivi
i tuoi sogni ambiziosi mai dispersi
e ancora cresce nel mio povero cuore
il mio tenace vincolo fraterno.
Io spero in una sera
di me fatta pietosa
e cantico sarà di mille creature,
un gloria francescano, lode a Dio.
Un abbraccio spasmodico d'amore
mi accenderà al soffio di altra vita.
Ti aspetterò per affrontare, quieto,
l'ultimo stanco mio smemoramento,
certo che anche il trapasso sarà dolce
se il tuo bel volto mi apparirà per primo.
Supererò con te l'ardito valico
e sarà transito di liberazione.
Vivo l'attesa e chiedo eterna gioia
che compensi, pietosa, ogni tuo affanno.
È consolante in cuore la certezza
che si potrà allestire grande festa,
nella corte celeste, mentre in terra
celebriamo commossi il tuo ricordo.
17 settembre 2018
Alcuni commenti alla lettura di questa poesia:
- Romina Cugini: "una carissima persona ...oltre ad essere sacerdote ..un uomo speciale che ha cercato di aiutare tantissime persone:riposa in pace ...hai raggiunto Daniela…"
- Patrizia Belaeff: "un prete meraviglioso e una persona speciale..ti ricorderò sempre con grande affetto don....sicuramente Sarai nelle braccia del Signore."
- Paola Melej: "Ho avuto il privilegio di conoscerlo e di vederlo ancora in forma il 15 agosto nella sua Calestano. Il Signore lo accolga nel Regno dei Cieli."
- Maria Adelaide Petrillo: "Resterà vivo nei nostri cuori anche per le sue belle, toccanti, profonde omelie."
- Alessandra Mordacci: “Quelli che ci hanno lasciato non sono assenti, sono invisibili, tengono i loro occhi pieni di gloria fissi nei nostri pieni di lacrime” - Sant'Agostino (riprendo la citazione da Francesca Magri).
Addio, Ad Deum, don Domenico." - Carla Silva: "Una persona speciale che resterà nel cuore di tutti."