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Una premessa sui termini usati: prevosto, arciprete, rettore, priore sono termini legati al profilo storico (e quindi di importanza) delle parrocchie. Le prevosture erano in origine quelle parrocchie a cui era assegnato un collegio di preti, i canonici. Quindi le più importanti; a questo primo profilo mons. Pasini ha assimilato tutte le parrocchie della periferia cittadina, per cui i parroci di quelle parrocchie hanno titolo di prevosti. Le arcipreture sono le parrocchie più significative del contado. Le rettorie sono le normali parrocchie sia cittadine che foresi. I priorati sono le parrocchie di origine monastica. Si tratta in tutti i casi di parrocchie, per cui il titolo generico che dice il responsabile è appunto quello di parroco.
Il legale rappresentante è il responsabile agli occhi dello Stato (=prefettura). Presupposta la cittadinanza italiana e la fedina pulita, la stragrande parte dei parroci sono anche rappresentanti legali.
L’amministratore parrocchiale è parroco a tutti gli effetti, ma – sono due i casi – o non ha la cittadinanza italiana è quindi non può essere parroco oppure la nomina risale al secolo scorso, quando era prassi indicare il titolo proprio per la parrocchia più importante e quello di amministratore parrocchiale per le altre.