Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.
DON GIUSEPPE CELESTE
11 settembre 1913 - 14 febbraio 2017
Un prete da record. Dopo un lungo cammino di fede e di amore durato 103 anni, il nostro caro don Giuseppe Celeste ha varcato le soglie della celeste Gerusalemme.
- nato a Parma: 11.9.1913
- ordinazione sacerdotale: 23 marzo 1940
- vicario cooperatore a Traversetolo: 1940-1941
- parroco a S.Andrea Bagni: 1941-1967
- parroco a Cazzola: 1967-1986 e a Sivizzano e Torre: 1979- 1986.
- è stato prima ospite della Casa di riposo Pigorini di Traversetolo e poi dal 20 marzo 2013 ospite di Villa S.Ilario
- deceduto a Villa S.Ilario il 14 febbraio 2017
Don Aldino Arcari: ricordo di don Giuseppe Celeste.
Ho avuto la fortuna nei 21 anni che sono stato a Traversetolo di frequentare e conoscere abbastanza bene don Giuseppe Celeste e questo lo considero un dono del Signore.
Un altro presbitero bercetese che se ne va (… Berceto … fucina di tante vocazioni !); era il “decano” del presbiterio di Parma (un record il suo difficilmente superabile): 103 anni compiuti da tempo e il prossimo 23 marzo avrebbe festeggiato 77 anni di sacerdozio. Era stato infatti ordinato presbitero nella mattinata del Sabato santo del 1940 da Mons. Evasio Colli, perché c’erano venti di guerra.
Il cognome dice che non era di origini parmigiane. Infatti il papà proveniva dall’abruzzo; venuto a Parma a lavorare nelle miniere dì Corchia; qui aveva formato una famiglia da cui erano usciti due sacerdoti: don Pietro, morto in giovane età e appunto don Giuseppe.
È stato l’ultimo seminarista che ha frequentato il seminario di Berceto (“che freddo c’era” mi diceva) e aveva tanti ricordi del Vescovo Santo Mons. Conforti. Uno lo ricordava spesso: salutando la popolazione a Bergotto dopo una cresima disse: “Arrivederci tutti in Paradiso”!
Il suo primo ministero lo ha svolto a Traversetolo come cappellano di Mons. Varesi, poi è stato nominato parroco di S. Andrea Bagni negli anni difficili della guerra (Chiesa e canonica bombardata) e poi della ricostruzione; nel 1967 diventa parroco a Cazzola e in seguito a Sivizzano e a Torre; ministero che ha svolto quasi fino alla fine, (almeno fino ai 100 anni) senza mai fermarsi, sempre disponibile per le confessioni o qualche altro piccolo servizio.
Aveva un carattere forte e deciso, con la battuta pronta e tanti aneddoti e frasi in latino che ripeteva spesso. Una fede granitica; uomo di preghiera e di grande carità.
Per concludere 2 immagini di don Giuseppe.
La prima. Un attaccamento unico e fortissimo alle sue parrocchie. Fino a 100 anni celebrava 3 messe alla domenica per le sue tre parrocchie. Era solito ricordare il valore insostituibile e la centralità della Messa nella vita di un prete e di un cristiano.
La seconda. Dal lunedì cominciava a preparare l’omelia della domenica e quante volte veniva a pranzo con un articolo di giornale sottolineato di blu e di rosso per chiedere chiarimenti e spiegazioni.
Nel terminare posso dire che io “allora” giovane prete ho ricevuto tanto bene da questo “presbitero”: come esempio e come testimonianza.
GRAZIE don Giuseppe.
Dal Signore ottieni per la nostra Diocesi tante e sante vocazioni.
don Aldino Arcari - 16 febbraio 2017
Il mio ricordo di don Giuseppe Celeste
È spirato serenamente a Villa S. Ilario al tramonto di martedì 14 febbraio: si è addormentato piamente nel Signore (pie obdormivit in Domino) come si diceva un tempo. 103 anni di vita e 77 anni di sacerdozio! Che cosa si può pretendere di più per un prete? Ha dispensato a larghe mani e con tanto cuore la grazia del Signore nelle parrocchie e nei luoghi dove ha offerto il suo dono di sacerdote saggio e buono: Traversetolo, S. Andrea Bagni, Cazzola, Sivizzano, Torre, Villa Pigorini, Villa S.Ilario.
Gli ultimi anni li ha trascorsi a Villa S.Ilario come “padre nobile” per i suoi confratelli, anziani pure loro, ma non come don Giuseppe. E pronto a dispensare il suo sorriso di vegliardo, più eloquente dei discorsi.
È stato sempre fedele agli appuntamenti della preghiera comune, a cominciare dall’Eucaristia. Ha avuto la gioia di poter concelebrare fino a tre giorni prima della morte, perchè a Villa S.Ilario c’è questa opportunità. Infatti i sacerdoti hanno ricevuto l’ordinazione per “dire Messa”, possibilmente tutti i giorni, anche fino a 103 anni. Don Giuseppe c’è riuscito!
E poi... è morto povero, “nullatenente”, parola da prendere alla lettera: proprio così!
Ora nella Casa comune del Padre si ricongiunge con il fratello don Pietro, morto anni fa e mai dimenticato parroco di Corchia: chi non ricorda il suo gesto toccante di pietà sacerdotale e fraterna nel recitare il Rosario in coda al corteo del funerale civile di quel povero sacerdote ucciso?
Il papà Giovanni era di origini abruzzesi ed era venuto al nord per fare il lavoro duro di minatore nella miniera di rame “Pietra del Fuoco” di Corchia. E con la moglie Janelli Maria ha così regalato due preti speciali alla Chiesa di Parma.
Tutto è grazia!
(dai ricordi di don Domenico Magri 2017)