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Profili di preti: don Giannino Pedersani

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri e fino al settembre 2018, poi, come in questa pagina, da don Stefano Rosati.

Mercoledì della IV settimana di Quaresima
«In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato,
ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita»

(Gv 5,24) 

Oggi il Signore ha chiamato a passare dalla morte alla Vita


DON GIANNINO PEDERSANI
(14 giugno 1928 - 30 marzo 2022)
già parroco di Rivalta e Stadirano

 

Don Gianni PedersaniAvendo don Giannino trascorso gli ultimi quattro anni (2018-22) come ospite, insieme ai confratelli, a Porporano, amorevolmente assistito dal personale e dalle suore di Villa S. Ilario, cui va tutta la riconoscenza della Diocesi, in apertura lascio ancora una volta la penna a mons. Domenico Magri, che lo aveva convinto a trasferirsi alla “Casa del Clero”, dopo essere stato a lungo suo confratello nella zona di Langhirano, e che lo ricordava come “un prete semplice, di campagna, in tutto, sottolineo in tutto dedito alla sua gente”.

Nato a Santa Maria del Piano il 15 giugno 1928 da Domenico e Cattabiani Maria, cresce all’ombra del campanile ed è un bambino quando entra in Seminario minore, “insieme” al suo compaesano, che in quell’anno ne diventa rettore, don Pietro Triani (1938). Passato al Maggiore, viene ordinato presbitero il 29 giugno 1951 nella Cattedrale di Parma dal vescovo Evasio Colli. Due giorni dopo e per i primi 4 anni è parroco a Vestana, nel Cornigliese (1951-55).

Nel 1955 torna nel suo comune di nascita, Lesignano, ma a Rivalta, cui dieci anni dopo, nel 1965, aggiungerà la cura pastorale anche di Stadirano. La prima è la parrocchia di nascita (e di sepoltura) del suo primo rettore di seminario, mons. Pietro Triani, mentre nella sua parrocchia di nascita, Santa Maria del Piano, dove don Giannino ha celebrato la sua prima Messa e dove ha voluto si tenessero le sue esequie, dal 1945 fino alla morte sarà parroco don Attilio Mori. Questi è il “capostipite” di un significativo gruppo di ben cinque preti lesignanesi, tutti di Santa Maria, che nella prima metà del secolo scorso vanno da don Dante Bonazzi (1921), comprendendo don Giannino appunto e don Gabriele Fridoletti (1933), fino a don Gabriele Pavarani (1938) e don Valerio Cagna (1943), che rivedo insieme, immancabili, alle sagre delle loro parrocchie. Io, che ero seminarista in una di queste, ricordo i racconti degli aneddoti di fede e vita paesana nella campagna di Santa Maria, dove la famiglia (anche quella di don Giannino) e la tradizione supportavano una proposta “incarnata” di vita cristiana e di vocazione. Ed è a questo proposito che per la prima volta e ripetutamente ho sentito parlare dell’Opera Vocazioni Ecclesiastiche (=OVE) e delle sue “zelatrici”, convinte e generose come le sorelle Pini, “signorine” e maestre che hanno accompagnato tutti questi ragazzi fino all’ordinazione.
Cui sono seguiti per don Giannino più di 70 anni di ministero, e di questi ben 63 nelle parrocchie del lesignanese. I più vecchi ancora ricordano che a Rivalta don Giannino era arrivato con il peso di un grosso mutuo, eredità del suo predecessore per gli ingenti lavori fatti alla chiesa, ma lui non si era perso d’animo. Si era inventato un “lavoro”, come hanno fatto tanti altri preti della sua generazione, che è quella di “benefici e congrue”. Anche nella nostra diocesi, non è un segreto, si contano alcuni di questi esempi. Proprio attraverso questo suo “lavoro”, speso nel campo delle assicurazioni, don Giannino aveva potuto non solo pagare i debiti delle parrocchie, ma soprattutto aiutare tante persone, giovani e famiglie bisognose. E i suoi parrocchiani di Rivalta e Stadirano anche oggi testimoniano lo abbia fatto sempre “nel nascondimento”.
Come non possono dimenticare la sua “socialità”, che lo vedeva ogni giorno frequentare la sua gente, con cui amava giocare a carte e guardare le partite. Questa stessa gente, i suoi parrocchiani di una vita, gli hanno voluto bene fino all’ultimo, apprezzando soprattutto la sua devozione alla Madonna, e con lui, ancora ieri al suo capezzale, hanno voluto pregare la Madre nell’ora della sua morte.

A Lei ti affidiamo, don Giannino: sì, era al tuo fianco nell’ora della tua morte, ora con la Parola che abbiamo accolto oggi, giorno della tua morte, ti auguriamo di essere passato dalla morte alla Vita. Ma ti chiediamo di aiutarci a non dimenticare mai, … nemmeno in questo tempo di Quaresima, che è in Lei e solo in Lei che Colui che è la Vita ha preso carne!

don Stefano Maria

Parma, 30 marzo 2022

(Il pdf di questo profilo è scaricabile da qui)