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Profili di preti: mons. Sergio Sacchi

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.

MONS. SERGIO SACCHI
14 ottobre 1935 - 7 giugno 2018

Don Sergio Sacchi: che prete, amico di tutti, ma soprattutto degli ultimi! Quanta gioia, quanti sorrisi e quanta dolcezza ha riversato su quelli che hanno avuto la fortuna di avvicinarlo!
Grazie, caro don Sergio!

Mons. Sergio SacchiNato a Parma il 14 ottobre 1935
Ordinazione presbiterale 9 0ttobre 1960
Cappellano a Ognissanti-S.Maria del Rosario dal 1960 al 1966
Parroco di Baganzola dal 1966 al 1971
Parroco di S.Vitale dal 1971 al 1978
Parroco di S. Maria del Rosario dal 1978 al 2000
Vicario episcopale dal 1983 al 1986
Canonico della Cattedrale dal 2000 al 2005
Presidente O.D.A dal 1968 al 1979
Prsidente O.D.A dal 2000 al 2009
Presidente del Fondo diocesano di solidarietà del clero dal 1998 al 2002
Canonico onorario della Cattedrale nel 2006
Consigliere dell’Opera diocesana S. Bernardo dal 1989 al 1997 e poi in un secondo periodo fino al 2009 con la cura dell’Istituto Pio XII
Parroco moderatore di Fontanellato dal 2005 al 2010
Parroco moderatore di Gaiano dal 2010 al 2016


Mons. Sergio SacchiTutto avrei immaginato eccetto che essere io a piangere su don Sergio. Abbiamo vissuto anni di convivenza pastorale e amicale che ci hanno fatto sentire un cuor solo e un’anima sola. E don Sergio non era così solamente con me: era un cuor solo e un’anima sola con tanti.
Don Sergio, appena ordinato prete, è stato messo accanto a me dal Vescovo Colli nel 1960 come cappellano a Ognissanti-S.Maria del Rosario e subito ha messo a soqquadro la parrocchia nel senso più bello e positivo del termine. E tutti possiamo facilmente immaginare il segreto: con la dolcezza del suo volto sorridente, premessa di un impegno sacerdotale forte nella fede e nella carità a tutto tondo.

Ha impresso alla Comunità parrocchiale la svolta della carità verso gli ultimi. Basta pensare a quello che ha fatto nel quartiere Baganza, dove erano appena confluite nei nuovi palazzoni le famiglie provenienti dai vecchi capannoni della Navetta e del Cornocchio. I vecchi e fatiscenti capannoni avevano contribuito ad appiccicare questo nome in modo ben poco rispettoso addosso alle famiglie destinate poi ad arrivate nel quartiere Baganza. Don Sergio, come un novello don Lambertini, è stato il grande protagonista per queste famiglie dando fiducia, amicizia e ogni tipo di aiuto con l’inventiva che sgorgava dal suo cuore tenero di prete.
Insomma, ha anticipato la interpretazione di papa Francesco sul rovesciamento della parabola evangelica: lasciarne una nell’ovile per andare a cercare le altre 99!

È stato con me e con gli altri cappellani per sei anni e dopo una parentesi di una dozzina d’anni è diventato mio successore a S. Maria del Rosario e ha continuato, come parroco, con lo stesso stile, che deve essere lo stile di ogni parroco: catechesi, celebrazioni, cura pastorale dei ragazzi e dei giovani, ammalati, anziani, poveri sempre al primo posto…
Ma la sua carità andava oltre i confini parrocchiali. Basta citare le due Case che ha saputo inventare e fondare: la Casa di accoglienza femminile S.Chiara e la Casa di accoglienza S.Giuseppe. E sono certo, mentre scrivo, di dimenticare tante altre inziative  di carità verso gli ultimi.
Mons. Sergio Sacchi
Don Sergio sarà ricordato anche perché ha curato la gioventù nell’ambito sportivo e non solo con il gioco del calcio. Si può dire che ha portato il gioco del baseball a Parma, facendo giocare subito i ragazzi nei cortili della parrocchia: ragazzi che sarebbero poi diventati famosi a livello nazionale.

Che momenti di felicità per don Sergio!
È stato parroco anche a Baganzola, a S.Vitale in città, a Fontanellato, canonico della Cattedrale, vicario episcopale, consigliere dell’Opera S.Bernardo, presidente dell’ODA (Opera Diocesana Assistenza) e ultimamente parroco a Gaiano fino a quando la salute glielo ha consentito. Si è dovuto arrendere davanti alla malattia, accolto e accudito con amore dai fratelli Elio e Angelo.
       
Quante ansie, quante fatiche e quante soddisfazioni a Misurina!
Ma non si può parlare di don Sergio senza tentare di dire il suo amore appassionato per l’Istituto Pio XII di Misurina, la grande casa di accoglienza della Diocesi di Parma per i ragazzi bisognosi di ricuperare la salute e di avere una opportunità per una positiva esperienza educativa. È impossibile riuscire a raccontare le ansie, le fatiche, i viaggi Parma-Misurina e viceversa talvolta anche di notte, le iniziative che sapeva inventare con la sua intelligenza e la sua fantasia d’amore. Posso solo aggiungere che ha provato amarezza quando ha capito che ormai il suo rapporto con l’Istituto Pio XII stava per cessare.
Ma non poteva bastare a don Sergio tutto questo che ho raccontato perché la sua vita avesse un compimento degno della sua fede e del dono di sé al Signore e ai fratelli. Mancava la sua malattia, lunga e dolorosa che ha fatto brillare ancora una volta il vero don Sergio. Nelle visite a Noceto avevamo il cuore spezzato nel vederlo così sofferente e debilitato, ma comunque sempre pronto con il dono riconoscente del sorriso per chi lo andava a trovare.
Don Sergio faceva parte di quella generazione di preti, oggi anziani e stanchi, nati prima della guerra o durante la guerra ed entrati ragazzini a 10-12 anni in Seminario. Ragazzini ingenui certamente quando sono entrati, ma che sono maturati, si sono fatti le ossa e sono diventati la generazione portante della Diocesi nei decenni difficili che ben conosciamo.

Ciao, nostro caro e indimenticabile don Sergio, amico e prete esemplare nei giorni lieti e infaticabili, amico e prete esemplare nei giorni tristi della malattia e della sofferenza. Ti abbiamo ammirato perché nella tua vita hai sempre saputo accogliere le sorprese del Signore, che non ti hanno mai permesso di annoiarti.

Ci conforta e ci rassicura la certezza che l’incontro con il tuo Signore, che hai tanto amato e servito, non può che essere un incontro senza fine di gioia e di festa.
E allora …..che la festa cominci!

Don Domenico Magri, 8 giugno 2018

Volontà o Testamento di don Sacchi Sergio

Ringrazio Dio (SS.Trinità) per il dono della vita.
Ringrazio i miei Genitori che mi hanno voluto al mondo. Li ringrazio per avermi dato due fratelli, con un lungo intervallo dovuto alla guerra: Elio di 8 anni in meno e Angelo di 10 anni in meno. Grazie alle loro famiglie. Ringrazio per la chiamata alla vita di servizio nella Chiesa come presbitero. Ringrazio il vescovo Colli che mi ha consacrato prete e amato come un vero padre. Ringrazio i vescovi Pasini, Cocchi, Bonicelli, Solmi. Ringrazio i miei Confratelli del 1960: siamo alla soglia del 50° il 9/10/2010. Non ci siamo mai persi di vista....solo don Giancarlo ci ha lasciato per il cielo. Ora sono al suo posto e vedo quanto ha fatto e sofferto per questa nostra Chiesa. Ringrazio i maestri di fede e di scienze religiose e teologiche nel seminario sia minore che maggiore. Da Santa Maria del Rosario (6 anni di cappellano e 22 come parroco) sono sorte belle vocazioni sacerdotali, religiose, laicali al servizio.

Lascio questo mondo nella speranza di una fede che diventerà carità infinita e luce infinita. Tanti poveri, ed io con loro, abbiamo desiderato vedere il Signore! Non ho beni: sono nato povero e credo che morirò povero. L’unico bene è la camera da letto molto confortevole e i libri degli armadi.
Ringrazio tutti i fedeli che hanno servito con me il bene comune e quello delle parrocchie: consigli pastorali, consigli affari economici, catechisti, animatori, liturgisti, impegnati nella carità (Misurina Pio XII dal luglio 1970, case di accoglienza: Ugozzolo S.Giuseppe e Maria Immacolata S.Chiara,  mensa della fraternità) e un particolare saluto e ringraziamento ai miei carissimi cugini di sangue e acquisiti che mi hanno aiutato, servito e condiviso.

Chiedo perdono ad amici, parenti, superiori, confratelli per le mie mancanze e debolezze. Dal cielo vedrò, lo spero fermamente, come sono andate le mie vicende umane, ma con gioioso distacco nella Lode Perenne.

2 marzo 2010

Il presente scritto lascia e supera ogni altra scrittura.

In fede
  don Sergio Sacchi