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Profili di preti: don Ennio Bonati

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.

DON ENNIO BONATI
1 febbraio 1915 - 26 febbraio 1950

DonEnnioBonati

Nei pochi anni di vita sacerdotale che gli sono stati concessi, don Ennio aveva acceso molte speranze per il bene della Diocesi. Erano tante e belle le sue doti! Non è riuscito a vedere neppure l’alba del Concilio. Ne sarebbe stato certamente protagonista in Diocesi. Don Ennio viene ancora e giustamente ricordato come protagonista nella promozione e assistenza spirituale dello scoutismo a Parma e per tante altre cose ancora. Un grande prete!

- nasce a Fraore di S. Pancrazio, 1 febbraio 1915
- ordinato prete il 10 aprile 1939 nella chiesa di S.Pietro
- muore a Parma il 26 febbraio 1950 all'età di 35 anni

A suo tempo, quando era giovane e in buona salute, don Ennio Bonati era una punta di diamante del clero parmense. Poi si è ammalato ed è iniziato il suo calvario: la sua morte ha privato la Diocesi di un protagonista nella pastorale e nella cultura.
Io ho solo due ricordi di don Ennio.
Nel periodo della Resistenza gli ho servito la Messa. Era venuto a Calestano per prendere contatto con i partigiani: così mi avevano detto in gran segreto. Quando ero in Seminario, a una celebrazione diocesana, l'ho visto ammalato in carrozzina: mi ha fatto tanta melanconia!
Il ricordo di don Ennio si è risvegliato in me con l'amicizia, quando ero parroco di Ognissanti-S.Maria del Rosario, con la famiglia Mora e in particolare con Ennio e Lucia, nipoti di don Ennio (la Mamma ne era la Sorella), che sono i gelosi custodi della memoria dello zio prete.
Io ho pochissimi ricordi personali, ma posso rimediare con questo scritto di don Andrea Maggiali, prelevato nell'archivio della Curia. Subito dopo il funerale di don Ennio, don Maggiali fa la storia della sua vita e racconta gli onori che si è meritato alle esequie in Cattedrale, con il grande concorso di popolo e tanta commozione.
È una preziosa pagina che presenta la figura di un prete, che è stato la gloria del nostro Presbiterio e della Chiesa di Parma.

Don Ennio Bonati rievocato da don Andrea Maggiali subito dopo la morte
Dopo tre anni di straziante malattia, il 26 febbraio 1950 moriva il prof. don Ennio Bonati, all'età di 35 anni.
Mons. Giovanni Barili che nel 1927 l'aveva accolto in Seminario lo ha definito "buono, lieto, cordiale, di una grande lealtà ed apertura d'animo".
Mons. Vescovo, conoscendo le sue singolari doti di intelligenza e di volontà, lo mandò a Roma per conseguire il dottorato in teologia presso l'Università Gregoriana. Riscosse stima ed affetto presso tutti i docenti e i compagni del Seminario Lombardo. Durante le parentesi domenicali, si dedicava al ministero catechistico fra i monelli della periferia di Roma. Qui maturò il suo sogno di diventare il sacerdote dei ragazzi. Fu ordinato prete il 10 aprile 1939 nella chiesa di S.Pietro. Terminati gli studi a Roma ritornò al servizio della diocesi.

Per qualche tempo fu il coadiutore nella parrocchia del santo Sepolcro, ove era parroco il "santo" mons. Ettore Savazzini. Lo nominarono quindi Vice Cancelliere, Vice Assistente della Giac e della Fuci nonchè Consorziale della Cattedrale.
Durante il periodo bellico si dedicò con generosità ed audacia in favore dei perseguitati politici.
Nominato Assistente degli Esploratori cattolici, dedicherà la parte migliore delle sue energie a questi, finché il sopraggiungere e poi l'accentuarsi della malattia non lo costrinse ad abbandonare ogni attività. Tre anni di sofferenza con la progressiva incapacità di muovere le braccia, le gambe, il tronco. E mai una parola di lamento. Sempre sereno, contento, pronto a consolare piuttosto che ad essere consolato. Raggiante di gioia quando qualche amico prete andava a celebrare vicino al suo letto di dolore.
Don Ennio si era dedicato all'apostolato più difficile con generosità incantevole. Si seppe poi che egli si era immolato per la santificazione dei sacerdoti.
La sua morte fu un lutto di tutta la Chiesa di Parma, la quale gli riservò solenni onoranze funebri. Al prete "santo”, al prete della bontà e della sofferenza portarono il loro saluto molti sacerdoti, tutti i seminaristi, le Associazioni, molti partigiani, sopratutto i "suoi" Scouts e una folla straordinaria.

Quando il corteo, al seguito della bara, entrò nella Cattedrale, questa apparve così gremita da presentare allo sguardo uno di quegli spettacoli che solo si hanno nelle grandi occasioni. La "Schola Cantorum" del Seminario eseguì, sotto l'abile direzione del M° Dellapina, la "Messa da Requiem" del M° Lorenzo Perosi. Mons. Colli disse con parole profondamente commosse l'elogio del caro Estinto che nella sua breve carriera aveva dato mirabile esempio di zelo, di generosità, di multiforme apostolato, di abnegazione indomita, di fervidissimo spirito di sacrificio. "Vorrei, disse mons. Vescovo terminando, che tutti i preti fossero spiritualmente così".

(da "Preti e non solo" di  don Domenico Magri  Grafica Langhiranese Editrice – 2010)