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Profili di preti: don Celso Pelosi

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.

DON CELSO PELOSI
12 ottobre 1932 – 23 settembre 1976

DonCelsoPelosi

Per dire chi era don Celso a chi non l’ha mai conosciuto può bastare una confidenza che mi ha fatto il vescovo Pasini quando doveva scegliere il suo Vicario generale. Come sappiamo ha scelto mons. Grisenti, ma aveva in testa anche la scelta di don Celso. Le due lettere che mi ha inviato sono molto significative di don Celso che sognava una vita sacerdotale da vivere alla grande, con la cultura al servizio della pastorale illuminata dallo Spirito. Queste due lettere sono pure un esempio di amicizia sacerdotale. Sì, perchè eravamo molto amici, con una amicizia che legava insieme allora tanti preti giovani. Anche il suo paese di nascita con la sua chiesa di battesimo, Tordenaso, di cui sono stato parroco per alcuni anni quando ero a Langhirano, mi ha aiutato a tenere sempre nel cuore questo caro e prezioso amico.


- nato a Tordenaso di Langhirano il 12 ottobre 1932
- ordinato presibitero il 19 giugno 1955
- cappellano a Medesanodal 1955 al 1956.
- parroco a Sanguigna dal 1956 al 1962
- parroco a S. Croce in Città dal 1962 al 1972
- laurea in teologia nel 1967
- insegnante in Seminario Maggiore dal 1963 al 1970
- responsabile diocesano della Catechesi dal 1973
- consulente dei Medici Cattolici dal 1973
- deceduto a Roma il 23 settembre 1976 in seguito a incidente stradale


Don Celso è stato un astro che ha illuminato solo per breve tempo la nostra Diocesi: intelligenza acuta, appassionato studioso, pastore zelante, aperto alle nuove idee conciliari. È morto il 23 settembre 1976, all’età di soli 44 anni, per un tragico incidente stradale a Roma, dove si era recato per preparare la tesi della sua seconda laurea a Parigi. La sua scomparsa è stata una grave perdita per la Chiesa di Parma.

Don Celso era dotato di forte personalità: sul piano culturale era una “punta di diamante” e sul piano pastorale è stato un pioniere del Concilio in Diocesi e nella sua parrocchia. Don Celso era stato parroco di Santa Croce, mentre io ero parroco di Ognissanti-S.Maria del Rosario. La vicinanza geografica e di ideali aveva contribuito a rendere più profonda la nostra amicizia. Assieme a don Franco Guiduzzi, allora parroco di S. Maria della Pace e lungimirante pioniere di rinnovata pastorale, eravamo sempre in stretto contatto e frequente consultazione.

 


Due lettere scritte a don Domenico da don Celso da Parigi, dove soggiornava per frequentare l’università.

Parigi, 19 settembre 1972
Carissimo Domenico, squilla il telefono: sono io! Come va? Bene! Mi faccio vivo per dirti le mie impressioni, per assicurarti che sono veramente contento della decisione che ho preso e della esperienza che sto facendo. Mi sono ambientato presto sia qui in Rue de Regard come all’Istituto.
La vita è abbastanza monotona, se si tratta di prospettve ambientali o locali, ma è enormenente ricca, se vuoi, per i contenuti che offre: l’unico inconveniente è che manca il tempo per approfondire questo ben di Dio! Mentre studio ripenso gli anni trascorsi e nello stesso tempo mi si chiariscono le idee, credo, per il tempo che verrà, semprechè si viva, ben inteso! Si muore di lunedì, di martedì, di mercoledì... te la ricordi la filastrocca? Bene, a parte gli scherzi, spero proprio che questi mesi corrispondano a quello che avevo sperato.

Le esperienze pastorali che vedo qui sono interessanti, condotte con serietà e, mi pare, in un clima di maggiore serenità di quanto non sia da noi: questa, almeno, la mia impressione, girocolando per le parrocchie di Parigi.
E tu? I tuoi “scagnozzi”.... voglio dire i tuoi collaboratori? (si dice ancora così o hanno trovato un altro nome: mi raccomando non mangiarmi quel poco credito che ancora avessi: da’ loro quel titolo che loro compete e di’ loro che l’ho usato io!?). Salutami tutti a cominciare dal caro Gigione*. Salutami pure gli amici comuni. Non don Dagnino cui ho scritto proprio oggi: non deve fare indigestione. Salutoni. Cordialmente
Don Celso

*Gigione è il termine affettuoso e confidenziale che don Celso usa per indicare l’amico don Luigi Maggiali.



Parigi, 7 marzo 1973
Caro Domenico, ho ricevuto le Ceneri! Procurerò di fare penitenza, anche per non aumentare (!?). Non mi è difficile ricordarmi di te e di tanti amici in mezzo alle problematiche in cui mi trovo dal giorno in cui è cominciato il secondo semestre. Ho incontrato Chenu: mi ha fatto festa! È forse una delle poche volte che a Parigi ha uno studente italiano.
Conosce bene la nostra storia italiana, la nostra lingua....  ed è molto interessato al mio tema; mi ha ripetutamente detto che mi vorrà dare una mano con infornazioni di prima mano...
Continuo anche il mio girocolare domenicale e continuo a verificare e scoprire cose interessanti, che dicono quante possibilità ci sono quando si dà corso all’energia che lo Spirito semina nelle comunità, come e quando vuole! Se sapessimo trovare degli schemi tanto elastici da consentire allo Spirito di essere meno marginale. Non è con tono di polemica o di rimpianto.... è, per quanto mi riguarderà, un programma a cui non vorrei mai venire meno, sia in mezzo a quattro che a mille gatti. E tu? Stai benedicendo? E il resto? Ti penso sempre in gamba, un vulcano sordo ma produttivo. Ciao e mille salutoni a tutti i comuni amici.

Don Celso

(tratto da “I miei preti..... I nostri preti”, di don Domenico Magri - Grafica Langhiranese - 2008)