Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.
DON UGO CORRADI
30 aprile 1932 – 16 luglio 1991
Don Ugo: un prete così forte e così fragile! Aveva un carattere indomito e una volontà di ferro, ma anche lui aveva il suo “tallone d’Achille”: è stato portato via da una malattia in soli due mesi.
È stato il mio “parroco” di Calestano: ha seguito la mia famiglia e ha detto parole buone alle esequie dei miei genitori: grazie, don Ugo!
- nato a Soragna il 30 aprile 1932
- ordinato sacerdote il 19 giugno 1955
- Cappellano a Sala Baganza dal 1955 al 1959
- Parroco a Casaselvatica dal 1959 al 1963
- Parroco a Calestano dal 1963 fino alla morte (1991)
- Parroco a Canesano dal 1976
- Consigliere ecclesiastico dei Coltivatori Diretti dal 1978
- Economo spirituale di Fragno dal 1980
- deceduto il 16 luglio 1991 nell'Ospedale Maggiore.
Don Ugo è arrivato da Casaselvatica a Calestano nel 1963 con la forza della sua giovinezza, del suo temperamento robusto e del suo fisico che sembrava indistruttibile. E invece in due mesi di isolamento totale in ospedale, don Ugo ha dovuto arrendersi a una serie di complicazioni, che lo hanno portato alla morte a soli 59 anni. Io l'avevo visitato in uno dei pochi giorni trascorsi alla Casa di cura Piccole Figlie, prima del suo ricovero all'Ospedale Maggiore e poi l'ho visto appena deceduto. Che desolazione! Durante i due mesi di degenza accompagnavo qualche volta il vescovo Benito Cocchi all'ospedale, ma dovevamo accontentarci di ascoltare dai medici le notizie su don Ugo. Solamente il cappellano dell'ospedale poteva entrare. Don Ugo è stato inoltre seguito molto da vicino dall'amico don Sergio Nadotti, calestanese pure lui.
Il suo è stato un grande funerale, celebrato all'aperto nel piazzale della Chiesa, con tanta gente e tanti preti. Era ancora troppo giovane e pieno di vitalità e la sua morte aveva impressionato, come aveva impressionato la sua vita e la sua intensa attività pastorale a Calestano.
Don Ugo era nato a Soragna e faceva parte di quel gruppo nutrito di ragazzi, che a quei tempi regolarmente partivano per il seminario e si preparavano a diventare preti. Queste vocazioni, che giungevano poi a maturazione, erano il frutto della vitalità cristiana della parrocchia di Soragna e anche della appassionata cura pastorale di quel parroco esemplare che è stato mons. Bruno Binini.
Appena prete, don Ugo si è fatto le ossa a Sala Baganza come cappellano con l'arciprete don Giovanni Pelizziari che, guarda caso, da prete giovane era stato cappellano di Soragna con mons. Bruno Binini.
Dopo Sala Baganza, nel 1959 don Ugo è salito come parroco a Casaselvatica, un paese del Comune di Berceto, che aveva già avuto come parroco don Miani, anche lui sceso poi a Calestano come antecessore di don Ugo. Casaselvatica era un paese speciale come cultore e conservatore geloso delle tradizioni: non so fino a quando, ma certamente fino agli anni del dopo guerra, anche alle Messe dei giorni feriali, veniva celebrata la Messa in canto: si cantava ogni giorno la "mitica" Messa gregoriana degli Angeli.
Don Ugo, che già era predisposto con la sua sensibilità liturgica, ha forse imparato anche a Casaselvatica a curare il decoro delle celebrazioni, naturalmente musica compresa. Arrivato a Calestano è riuscito pure a dotare la Chiesa di un organo nuovo, visto che l'antico organo era stato completamente distrutto dal bombardamento: era il suo fiore all'occhiello e ne era giustamente orgoglioso.
Ad ogni estate riusciva a trascinare decine di ragazzi e giovani sulle Alpi, con escursioni coraggiose e intanto insegnava le escursioni e le arrampicate ben più impegnative e importanti della vita cristiana.
Era un predicatore illuminato e forbito: le parole gli salivano dal cuore e gli fiorivano in bocca. Ascoltarlo era una delizia. Ma non erano sempre parole che accarezzavano le orecchie, anzi....
Come suo compagno di Seminario, come confratello e come calestanese, anch'io conservo di don Ugo un ricordo affettuoso, pieno di stima e di riconoscenza.
(tratto da “I miei preti..... I nostri preti”, di don Domenico Magri - Grafica Langhiranese - 2008)