Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri e fino al settembre 2018, poi, come in questa pagina, da don Stefano Rosati.
«Beato chi abita nella tua casa, Signore: senza fine canta le tue lodi»
(Sal 83,5)
Questa notte il Signore ha chiamato a partecipare alla Liturgia del cielo
DON PRIMO DALL'ASTA
(24 ottobre 1934 - 11 gennaio 2022)
già prevosto di San Giuseppe in città
Avendo don Primo passato gli ultimi otto anni (2013-oggi) ospite a Porporano, assistito dalla sorella Delfina, che gli è stata vicina fino all’ultimo, oltre che dai confratelli, dalle suore e dall’intero personale di Villa S. Ilario, cui va tutta la riconoscenza della diocesi, in apertura lascio la penna a mons. Domenico Magri, in quegli anni assistente della “Casa del Clero”, che così ricordava la “straordinaria” famiglia presbiterale dei Dall’Asta, i tre fratelli presbiteri Don Giovanni, Don Primo e Don Giuseppe: «Non si può certo dire che la famiglia Dall’Asta sia stata una famiglia qualunque! Originari di Viarolo, gli sposi Dante e Maria si erano stabiliti a Roccabianca, dove hanno impiantato una grossa coltivazione di frutta. E sono nati Giovanni, Primo, Giuseppe e Delfina. Il papà è mancato in età non ancora abbastanza avanzata, ma la mamma Maria ha tirato avanti la sua esistenza fino a ben 104 anni, vivendo gli ultimi nella Villa S. Ilario in compagnia del figlio don Primo e assistita con amore dalla presenza quotidiana di Delfina, l’unica femmina, tra l’altro medico geriatra. Era un quadretto simpatico vedere insieme la mamma, don Primo e Delfina quasi attaccati fra di loro. A proposito dei tre figli maschi, sappiamo tutti che cosa è successo: l’uno ha tirato l’altro e ci sono saltati fuori tre preti. E non si tratta di preti basta che sia! Si vede che la famiglia è stata un vero terreno di cultura cristiana che ne ha favorito la vocazione. Don Giovanni, nato nel 1930 e ordinato presbitero nel 1953, (…) ha lasciato un segno in particolare come fondatore della Parrocchia del Buon Pastore (1970-1984): chi non ricorda la sede provvisoria in un locale di via Mordacci? Da lì ha preso la decisione di entrare nei Camaldolesi, quelli di stretta osservanza, col nome di padre Santiago, ed è partito per la Colombia dove è morto nel 2014 e là è sepolto. Adesso anche il più giovane, don Giuseppe, viene sepolto in terra lontana, in Brasile. (…) Don Giuseppe, nato nel 1938 a Roccabianca e ordinato presbitero nel 1961, (…) nel 1970 ha preso la coraggiosa decisione di partire per il Brasile, a Goiania. (…) Là è vissuto per 47 anni e ha operato per il Vangelo e la promozione sociale, là è morto nel 2018. Una volta all’anno tornava in Italia per una breve vacanza, per rivedere la mamma, Don Primo, la Delfina e tanti amici che sostenevano il suo impegno missionario. E quando arrivava era una festa. Il Presbiterio di Parma può andare fiero dei confratelli (basta pensare anche a don Onesto Costa) che hanno lasciato gli affetti più cari e la loro terra d’origine per testimoniare il Vangelo in una terra lontana».
Don Primo, nato a Roccabianca il 24.10.1934, viene ordinato presbitero il 01.11.1958 dal vescovo Evasio Colli, che lo invia cappellano a San Giuseppe, a fianco del parroco don Raffaele Dagnino, definito “l’erede di Padre Lino” per la sua testimonianza di vita cristiana e sacerdotale, condotta con forza e radicalità. Vi resta otto anni (1958-66), che non sono pochi e dicono tanto anche di lui, considerando proprio la personalità del suo “famoso” parroco. Dopo un’esperienza più che decennale come parroco di Casalbarbato (1966-77), torna a San Giuseppe come successore di d. Dagnino, che si era ritirato nella vicina comunità interparrocchiale di S. Maria del Rosario e - raccontano - provò sincera gioia alla notizia. Don Primo rimane a San Giuseppe fino alle sue dimissioni per motivi di salute (1977-2013). Durante il lungo parrocato ha potuto servire anche in Curia, per tre anni come Segretario dell’Ufficio Amministrativo (1967-70) e in Seminario, per tre anni come Amministratore dei Seminari Diocesani (1981-84).
Quelli di Don Primo a San Giuseppe sono stati ben 36 anni, segnati dal suo stile riflessivo e attento al “profilo formativo” della pastorale e della liturgia, dove ha potuto mettere a frutto quelle sue “passioni”, che ha portato financo a Villa sant’Ilario, improvvisando momenti di animazione dei confratelli, soprattutto in campo liturgico e artistico. Era infatti licenziato in Sacra Liturgia, nonché diplomato in Sociologia, in Paleografia e Diplomatica, in Archivistica. Senza mai “scomporsi” per carattere, era cordialmente orgoglioso della buona riuscita della sua azione formativa. Ho ancora impresso nella memoria le tante occasioni in cui, quando ero assistente diocesano dei giovani, il gruppo parrocchiale di Azione Cattolica di S. Giuseppe era certamente uno dei più vivaci e partecipi alle iniziative della diocesi, a cui ha messo a disposizione un bel numero di giovani ed adulti che hanno fatto la storia recente dell’Associazione!
Don Primo, raccogli ora il premio di quanto hai seminato e dalla Liturgia del cielo, “concelebrata” con i tuoi fratelli-confratelli, intercedi per le nostre famiglie, perché siano aperte a tutte le vocazioni, a cominciare da quella presbiterale e per la famiglia del nostro presbiterio, perché sia fatta sempre più di confratelli-fratelli!!
Parma, 11 gennaio 2022
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