Diocesi di Parma

Profili di preti: padre Pietro Maschi

Profili di preti è una sezione dedicata alla memoria grata di presbiteri defunti, sezione costruita sui testi scritti da don Domenico Magri in alcuni libri.

PADRE PIETRO MASCHI
9 maggio 1932 – 1° giugno 1993

PadrePietroMaschiVeniva da Ravarano “paese appennino”, così chiamato nella canzone sui quattro ragazzi morti nel 1921 sepolti nella neve mentre tentavano di tornare a Graiana per la vigilia di Natale.
Ma padre Pietro Maschi è vissuto e morto lontano lontano. Veramente aveva intenzione di diventare e fare il prete qui a Parma, ma è stato espulso dal Seminario di Berceto, dove venivano accolti i seminaristi della montagna. Allora è stato accolto negli Scalabriniani ed è diventato missionario degli emigranti italiani negli Stati Uniti fino alla morte.
Ma è tornato proprio nel Seminario di Parma....a suo modo, con una grossa somma raccolta fra gli emigranti.
Il nostro caro don Giorgio Laurenti si è avvalso in Seminario di questa somma, sotto forma di borsa di studio, per studiare e diventare prete.
E il suo nome è stato inciso sul marmo fra i benefattori insigni del Seminario di Parma.
In questo modo Padre Maschi è rientrato nel Seminario e nel Presbiterio di Parma: e con onore!

- nato a Ravarano (Calestano) il 15 agosto 1879
- deceduto a Framingham (USA) il 3 giugno 1948
- alcuni anni nel Seminario di Berceto
- accolto nella Congregazione Scalabriniana a Piacenza
   l'11 novembre 1900
- ordinato sacerdote il 19 dicembre 1903 a Piacenza dal Vescovo
  mons. Scalabrini
- partenza per gli Stati Uniti il 20 febbraio 1904
- Parroco di Framingham dal 4 agosto 1906 fino alla morte.


Ecco quello che ho saputo su padre Pietro Maschi, mio lontanto parente che io non ho mai conosciuto.

Padre Pietro Maschi meriterebbe un ricordo più adeguato, in considerazione di quello che è stato e ha fatto per i nostri emigranti in America.
Era nato il 15 agosto 1879 a Ravarano di Calestano: dal 1900, data del suo ingresso nella Congregazione Scalabriniana, fondata dal Vescovo di Piacenza mons. Scalabrini per l'assistenza agli emigranti italiani, le notizie precise su di lui le ho avute dalla Congregazione stessa.
Per quello che riguarda invece la sua vita fino al 1900, ho notizie un po' nebulose e affidate a quanto io ho saputo in famiglia e ancora riesco a ricordare.
Pietro Maschi era primo cugino di mia nonna paterna Maria Maschi,  moglie del nonno Domenico Magri.
Mia nonna paterna Maria era molto legata a questo suo cugino Pietro. Quando, giovinetto, decise di andare in Seminario a Berceto, c’era anche lei ad accompagnarlo con la sua roba personale, partendo da Ravarano con un piccolo carro agricolo trainato dalle mucche: tra Ravarano e Berceto c'è una distanza di una ventina di chilometri e anche se la roba personale era ben poca cosa, non si poteva certamente portarla a mano.
Si sa che è stato dimesso d'ufficio dal Seminario di Berceto (così si diceva in famiglia), ma non si sa il motivo. È anche difficile immaginare come sia poi riuscito, in quei tempi, a individuare la Congregazione Scalabriniana per farsi accettare. Certamente ha dimostrato tanta determinazione per seguire la sua vocazione.

A Piacenza fu ordinato sacerdote da mons. Scalabrini il 19 dicembre 1903. Partì per gli Stati Uniti il 20 febbraio 1904. Fu assistente in varie parrocchie. Divenne parroco di Frammingham, vicino a Boston, il 4 agosto 1906, dove incominciò con una stanza in affitto al terzo piano di un palazzo. Più tardi costruì la chiesa, che nel gennaio 1918 fu distrutta da un incendio. Ne costruì una nuova, quindi fu la volta dell'ospedale, della canonica, delle aule per la dottrina cristiana, del cimitero per gli italiani. Fu parroco di Frammingham per oltre 40 anni, cioè fino alla morte, avvenuta all'età di 69 anni, il 3 giugno 1948.

Era il consigliere di tutti e faceva tutto ciò che gli domandavano: faceva anche il postino e l'interprete per gli emigranti che ancora non conoscevano l'inglese. Fu pianto alla sua morte da tutti, anche dai protestanti. Il suo nome è legato alla storia della parrocchia e della comunità di Frammingham. In una sua lettera, datata 1907, a un certo punto scrive così: "Resto solo in campo aperto, senza un soldo, ma con molte speranze. Qui mi ci vuole coraggio, salute d'anima e di corpo e bisogna fare dei debiti. Ed ecco il mio binomio: salute e debiti!"

E tutta questa meravigliosa avventura ha avuto inizio a Ravarano, frazione piccola e sconosciuta, quel giorno quando un piccolo e modesto carro agricolo dell'epoca ha trasportato il giovinetto Pietro Maschi e la sua povera roba al Seminario di Berceto: come è andato lontano!

Tra le due guerre, negli anni ’30, P. Maschi era tornato in Italia a Ravarano, anzitutto per trovare i parenti, rigorosamente senza talare come usava da sempre negli Stati Uniti, provocando in quei tempi grande stupore e meraviglia. Mia nonna paterna Maria, già ultra novantenne e ormai poco lucida, quando mi sono presentato per la prima volta senza talare negli dopo il Concilio, non si è confusa immaginando magari il mio abbandono del sacerdozio, ma mi ha subito paragonato a P. Maschi: “Don Domenico non si è spretato, ma si è vestito come P.Maschi!”


Comunque P. Maschi è stato molto buono verso il Seminario di Parma, mandando una somma consistente, raccolta fra gli emigranti. Nella grande iscrizione marmorea all'ingresso del Seminario Maggiore davanti alla Cappella, il suo nome è inserito fra i benefattori insigni (spero che i seminaristi se ne accorgano!).

P. Maschi ha trovato così il modo di rientrare nel Seminario di Parma: e con onore!

(tratto da “I miei preti..... I nostri preti”, di don Domenico Magri - Grafica Langhiranese - 2008)

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